Cari lettori, vorrei condividere alcune brevi riflessioni in merito alla recente unione civile fra due ragazze della Campania, evento che segna un importante passo avanti verso l’affermazione di valori universali, quali la libertà e il poter vivere con consapevolezza.

Vorrei, pertanto, esprimere la mia felicità e augurare a queste ragazze, originarie di Mirabella e di San Giorgio Del Sannio il meglio. Del resto tutte le persone che si amano meritano di compiere scelte importanti, senza alcun vincolo o preconcetto arcaico.

Tutto ciò è possibile grazie alla Legge 20 maggio 2016, n. 76, che ha introdotto l’unione civile, dalla quale sorge l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale, nonché alla coabitazione fra due persone che hanno lo stesso sesso, purché maggiorenni e non legate da vincolo di parentela o da precedente matrimonio.

Quella che viene instaurata è quindi un’unione non solo prettamente sentimentale, ma anche di natura economica, visto che le parti saranno fra loro tenute, considerando le reciproche risorse e la capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire alle varie necessità comuni.

Una volta avvenuta l’iscrizione nel registro delle unioni civili, la coppia assume uno status giuridico analogo a quello generato dal matrimonio, quindi le parti avranno i medesimi diritti e obblighi. La Legge, tuttavia, non cita il dovere di fedeltà e quello di collaborazione nell’interesse della famiglia.

Per quanto riguarda il regime patrimoniale, in mancanza di diversa pattuizione, sarà quello della comunione dei beni. Le parti hanno inoltre la facoltà di scegliere il cognome di famiglia, ovvero di indicarne uno comune.

Ecco, quindi, che anche nelle zone interne del nostro Paese, si respira finalmente una nuova aria, piena emancipazione e di libertà. La realtà sembra adesso non più ancorata a vecchi schemi, ovvero retta da un nuovo modo di pensare e di considerare i sentimenti più belli.

 

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